Le solfare erano costituite da una varietà e quantità di operai impiegati, si andava da quelle piccolissime con due o tre operai minatori (sulfarari) a quelle potevano arrivare fino a 900 lavoranti vari, insieme ai minatori veri e propri. Il nome delle solfare di solito prende origine dal nome del proprietario del terreno, spesso un latifondista, oppure dall’antroponimo (oronimi) della località in cui essa si trova. Lo zolfo e la sua economia, per il territorio del centro Sicilia del XIX secolo, fu un importantissimo volano di sviluppo economico, infatti, allora lo zolfo e l’acido solforico raggiunsero un ruolo paragonabile a quello odierno del petrolio.
A est del fiume Platani, ubicato tra paesaggi aridi e desolati, si estende uno dei più importanti bacini minerari d’Europa denominato altipiano solfifero che ricopre una vasta area dell’entroterra siciliano (circa 5 mila kmq), occupando gran parte delle province di Agrigento, Enna e Caltanissetta.
Consigliata la visita al borgo di Montedoro, dove sarà possibile immergerci nel mondo delle solfare siciliane e scoprire la vita terribile vissuta dagli antichi minatori siciliani, La visita prevede le “Case dei minatori” nonché lo stupendo museo delle solfare dove poter rivivere i drammi dei minatori.